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Mettere l’aspetto sportivo al centro delle motivazioni di un viaggio significa sostanzialmente tenere in considerazione almeno due principali declinazioni: da un lato quella del movimento e dell’attività fisica, ovvero la ricerca e il mantenimento di un benessere psico-fisico, la competizione e la sfida con se stessi, con gli altri o con la natura, e la ricerca di una dimensione di “fatica” e adrenalina come elementi funzionali alla scelta di una destinazione turistica, e dall’altro quella dell’evento, ovvero la partecipazione a importanti eventi sportivi locali o internazionali come leva principale dello spostamento e dei flussi turistici.

Il turismo sportivo “active”, caratterizzato da quelle attività sportive non convenzionali di carattere apertamente performativo, che si articola in diverse discipline: per esempio, i diffusi fenomeni di running tourism (il turismo legato alle corse e alle maratone che si svolgono in decine di località italiane) che in Italia è stimato tra i 3,7 e i 4,5 milioni l’anno e secondo Jfc coinvolge oltre 11 milioni di italiani che praticano la corsa in modo costante e che è in crescita anche per il numero di running events organizzati sul territorio nazionale (circa 3mila maratone tra le 70mila censite nel mondo); oppure il cicloturismo, fenomeno che coinvolge gli appassionati della bicicletta alla scoperta delle centinaia di percorsi, itinerari e ciclovie più o meno strutturati, che in Italia nel solo 2022 ha fatto registrare un impatto di 4 miliardi di euro e 33 milioni di presenze tra chi ha usato la bicicletta per l’intera vacanza o alcuni suoi tratti (9 milioni i cicloturisti “puri”), secondo i dati riportati da un rapporto realizzato da Insart in collaborazione con Legambiente. Altre tipologie di esperienze sportive “active” riguardano il mondo degli sport invernali diversi dai percorsi e circuiti più convenzionali (scialpinismo, sleddog, ciaspolate, ecc.), gli sport acquatici come sub, surf e suoi derivati, rafting, canoa, ma anche sport estremi (dall’arrampicata al parapendio) e il fitness tourism.

Il turismo sportivo “outdoor”: in questa categoria, rientrano quelle attività e discipline sportive meramente contemplative o dal tasso competitivo e performativo meno esplicito, come il golf tourism, ovvero il turismo legato alle strutture e campi di golf, con progetti e investimenti che coinvolgono diverse istituzioni a livello regionale e un evento, come la Ryder Cup di Roma che si stima avrà un effetto traino sul settore golfistico in Italia da qui al 2027 pari a circa 500 milioni di euro, metà dei quali derivanti dall’indotto turistico. Altri segmenti specifici riguardano il turismo equestre (o equiturismo) che già nel 2018 muoveva solo in Italia un giro d’affari di 900 milioni di euro e circa 40mila occupati in tutto il settore equestre, secondo una ricerca del Centro Studi Co.Mo.Do, o le attività sportive a contatto con la natura come la pesca, il bridwatching o altre.

Il turismo degli eventi sportivi: secondo l’Osservatorio sullo Sport System Italiano di Banca Ifis, il volume d’affari generato dal turismo degli eventi sportivi in Italia si aggira intorno ai 7,2 miliardi di euro, con un ritorno nel 2023 ai livelli pre-Covid. Il panorama dei grandi eventi sportivi in Italia sarà segnato nei prossimi anni da una serie di importanti appuntamenti che potranno contribuire a rafforzare ulteriormente questo segmento: oltre ai tradizionali appuntamenti come il Giro d’Italia, i Gran Premi di Formula 1 e le diverse partite di calcio nazionale e internazionale, vanno segnalati la partenza del Tour de France 2024 da Firenze con diverse tappe in Emilia-Romagna, le olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 e la recente attribuzione degli europei di calcio 2032 all’Italia che li organizzerà congiuntamente con la Turchia. Oltre alla partecipazione ai grandi eventi sportivi, questo tipo di turismo comprende anche quelle esperienze di fan tourism (viaggiare per seguire la squadra del cuore, tra cui rientra anche il fenomeno dei “ritiri estivi” in diverse località montane), e ancora la visita a impianti o musei sportivi.

Profilo del turista

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Autonomo, solitario, ma senza disdegnare la dimensione sociale dell’esperienza. Il turista sportivo è (insieme al viaggiatore spirituale), quello che più apprezza viaggiare in gruppo, aggregandosi ad amici e conoscenti (33,6% rispetto alla media del 28%). È un turista che predilige distanze medie (circa 320 km da casa) e viaggi della durata tra i 4 e i 7 giorni (il 49%) e oltre la settimana (17%); il B&B è la sua struttura preferita, ma ama anche gli hotel e soprattutto i rifugi (15%, il doppio della media del turista esperienziale e più di tutte le altre tipologie di viaggiatori) e i camping (11%). Con 990 euro di media per una sua esperienza “tipo”, è il turista più spendente tra tutti quelli osservati.

Luoghi, itinerari e destinazioni

Le strade e gli itinerari del turista sportivo sono soprattutto le ciclovie, i percorsi di cicloturismo e gli eventi di running tourism come le maratone e mezze maratone che costellano la Penisola da nord a sud; una spina dorsale che connette idealmente amatori, semi-professionisti o semplici appassionati alla scoperta di una dimensione in cui fatica, competizione o semplice evasione si compenetrano.

Golf Tourism

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Running Tourism

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